flamingo

Lo spettacolo è costruito attorno all’idea di come si trasforma lo sguardo quando il conosciuto sfugge alla sua forma attesa e, nel contempo, riflette sui meccanismi di giudizio che emergono quando ciò che sembrava noto si presenta come altro. Nel tentativo di perseguire un identico, come risposta ad una norma imposta da una regia esterna, si manifesta la pluralità, le diversità dei desideri: ogni cosa è la stessa ma è diversa. La struttura coreografica è una sequenza modulare di otto azioni, ripetuta più volte. La ripetizione apre la possibilità di variazioni ed interferenze di ritmo, dinamica, presenze e significati in una sequenza potenzialmente infinita di possibilità di identità e relazioni.

note di regia

Il processo creativo si fonda su una pratica condivisa con i performer. Lavoriamo insieme, adottando una leadership aperta e inclusiva, che valorizza la pluralità di voci e sensibilità. Ogni interprete contribuisce attivamente, portando il proprio sguardo, il proprio ritmo, la propria unicità. In questo modo, lo spettacolo diventa un’espressione collettiva, dove anche la lentezza si trasforma in uno strumento prezioso di ascolto e presenza. Il progetto rappresenta un’evoluzione del nostro percorso artistico, un terreno di esplorazione dove la diversità umana diventa materia viva per la creazione. Un ulteriore nucleo tematico che intendo indagare in Flamingo è il rapporto tra apparenza e giudizio. L’interesse è rivolto a come i corpi in scena, nel loro mostrarsi, vengano costantemente attraversati da sguardi e aspettative che ne orientano la lettura, ponendo domande sul confine tra ciò che appare e ciò che è.

credits

invenzione e regia Matteo Maffesanti, aiuto regia Irene Cordioli con Jessica Pasetto, Mirko Tomezzoli, Teresa Noronha Feio, paesaggio sonoro Davide Pachera, consulenza coreografica Andrea Rampazzo, consulenza drammaturgica Elisabetta Consonni, light design Luca Serafini, styling Luciana Gastaldelli, costumi Il Giracose, conversazioni Beatrice Bresolin, foto di scena Anna Kushnirenko, cura Carlo Cordioli, organizzazione Giulia Conforto, amministrazione Claudia Casalini, produzione Associazione Culturale Zebra / Elevator Bunker, co-produzione Operaestate Festival Veneto, con il sostegno di Logistica uno s.r.l., partner di progetto La Corte Ospitale, FDE Festival Danza Estate

durata 50 minuti, anno 2025

Note tecniche: lo spettacolo prevede l’utilizzo di macchina del fumo e include una scena con effetti luminosi a intermittenza (luci stroboscopiche), che potrebbero non essere adatti a persone fotosensibili.

memory box

Memory Box è un progetto dedicato alla raccolta di storie personali tramite video interviste rivolte agli ospiti delle case di riposo. Il risultato di questo sforzo è un documento video che raccoglie e connette le storie individuali, creando così uno scrigno di memoria collettiva intorno a temi fondamentali quali l’infanzia, il lavoro, la famiglia, l’amore e la vita.

Questo archivio di ricordi non solo possiede un valore artistico intrinseco, ma si rivela anche di grande rilevanza sociologica. Il percorso del progetto prevede una serie di incontri, sia di gruppo che individuali, focalizzati su tematiche di interesse comune. Il laboratorio si basa sulla creazione di un ambiente di confronto e dialogo aperto.

La fase di progettazione coinvolge i referenti della struttura ospitante nella selezione dei partecipanti al percorso. Successivamente, il conduttore e i referenti scelgono i temi da approfondire durante il processo. La fase di conoscenza comprende incontri di gruppo finalizzati a instaurare relazioni e a condividere e affrontare le tematiche concordate con la struttura ospitante. Questo momento è cruciale per la creazione di una fiducia reciproca tra i partecipanti.

Nella fase di sviluppo, si svolgono incontri individuali approfonditi, durante i quali vengono esplorati i temi e i racconti condivisi nei momenti di gruppo. La registrazione di questi incontri avviene attraverso interviste audiovisive, garantendo che lo spazio sia intimo e rispettoso delle volontà delle persone coinvolte. Le interviste video hanno luogo all’interno delle strutture delle case di riposo. La fase finale, denominata restituzione, prevede la proiezione del film documentario risultante e la condivisione del progetto con i familiari e gli operatori della struttura.

Il materiale video raccolto diventa un archivio prezioso, sia a livello individuale che collettivo, offrendo un ritratto autentico dei partecipanti, del loro contesto di vita e dell’ambiente storico e sociale in cui si sono inseriti.

obiettivi

Il progetto si propone di raggiungere diversi obiettivi chiave:

  1. Stimolare la memoria, l’ascolto e le emozioni: Attraverso le video interviste e gli incontri, l’iniziativa mira a risvegliare ricordi, promuovere l’ascolto attivo e suscitare emozioni autentiche.
  2. Avvalorare l’individuo e la propria unicità: ogni partecipante è considerato un individuo unico con una storia e un bagaglio personale da condividere, contribuendo così a rafforzare il senso di valore personale.
  3. Valorizzare la persona anziana in quanto archivio vivente: Il progetto riconosce gli anziani come custodi preziosi di esperienze e conoscenze, trasformandoli in veri e propri archivi viventi.
  4. Creare connessioni emotive tra i partecipanti: Attraverso il dialogo e la condivisione, si mira a creare legami emotivi tra i partecipanti, promuovendo così un senso di comunità e appartenenza.
  5. Facilitare la socializzazione all’interno della struttura: Il progetto cerca di favorire momenti di interazione e scambio tra gli ospiti, contribuendo alla creazione di un ambiente più sociale e inclusivo.
  6. Aumentare il grado di conoscenza degli ospiti da parte degli operatori: Gli incontri offrono agli operatori l’opportunità di approfondire la conoscenza degli ospiti, consentendo un’assistenza più personalizzata e attenta alle esigenze individuali.
  7. Valorizzare l’ascolto e la condivisione come pratica di rispetto reciproco: Il progetto promuove l’importanza dell’ascolto attivo e della condivisione come segni di rispetto reciproco, contribuendo a creare un clima di fiducia.
  8. Conservare e trasmettere le memorie alle generazioni future: La registrazione delle storie permette di preservare e condividere le memorie, garantendo che siano tramandate alle generazioni successive.
  9. Stimolare le capacità residue: Attraverso il coinvolgimento attivo degli ospiti, il progetto mira a stimolare le capacità cognitive e relazionali residue, contribuendo al benessere complessivo.
  10. Coinvolgere i famigliari nelle attività della struttura: L’iniziativa promuove la partecipazione attiva dei familiari, incoraggiandoli a essere parte integrante delle attività e a contribuire alla creazione di un ambiente inclusivo.
  11. Offrire un documento che preservi la memoria personale dei propri cari: Il risultato finale del progetto, il film documentario, costituirà un documento tangibile che preserva e celebra la memoria personale dei partecipanti per le generazioni future.